sabato 23 maggio 2020

EMOZIONI a TAVOLA: LA FAME EMOTIVA



Il rapporto che ognuno ha con il cibo dovrebbe essere semplice e scontato: si mangia per soddisfare il bisogno primario di nutrirsi, ma nella realtà non è sempre così.
Si mangia anche per il piacere di assaporare un gusto nuovo, per festeggiare, per stare in compagnia, infatti mangiare ha un aspetto sociale importante. 
In questo periodo avrai notato come molti, vista l’impossibilità di uscire e dato il maggiore tempo a disposizione, hanno sperimentato le loro abilità culinarie, provando ricette nuove o perché no, magari hanno anche riscoperto il piacere di cucinare e di mangiare. 
Quando ad esempio ci si ritrova in famiglia per una festività o per il cosiddetto “pranzo della domenica” si mangia molto di più rispetto agli altri giorni e in relazione alla quantità di cui si ha bisogno fisicamente.
Spesso però, anche il modo in cui ci si approccia al cibo è collegato alle emozioni che si provano.
Ti è mai capitato di pensare in un momento in cui ti sei sentito nervoso, o triste “ora mi mangio un bel dolce…” e magari avevi finito poco prima di pranzare ed eri già sazio, come a doverti consolare attraverso un cibo che ti piace molto.




Quando si mangia per alleviare lo stress o come auto ricompensa, 
a volte si instaura un circolo vizioso…





La fame emotiva è proprio quell’impulso che spinge a mangiare qualcosa anche se non si ha un reale stimolo della fame.
Avere un periodo nella vita in cui si mangia di più ad esempio o concedersi di farlo ad una festa, non necessariamente indica una relazione complicata col cibo, ma se questo va avanti nel tempo ed è la strategia preferita per alleviare delle emozioni spiacevoli, allora sarebbe utile rifletterci su.
In realtà sarebbe importante per tutti essere consapevoli del proprio rapporto col cibo e sapere inoltre che ci sono diversi tipi di fame da saziare:

  • la fame degli occhi;
  • la fame del tatto (sensazione del cibo toccandolo con le mani o assaporarlo con la bocca ad esempio);
  • la fame delle orecchie (riferita al suono degli alimenti);
  • la fame del naso;
  • la fame della bocca;
  • la fame dello stomaco;
  • la fame cellulare;
  • la fame della mente (legata ai pensieri e idee su un determinato cibo ed è influenzata spesso dalle convinzioni, ad esempio “Dovrei mangiare più pesce per gli omega3”, “dovrei mangiare più frutta”).
  • la fame del cuore.

Ancor prima di mangiare con la bocca un alimento, quello che passa attraverso la vista, influenzerà anche la sensazione di sazietà. Ad esempio ti è mai capitato di non voler più mangiare se un piatto non era apparentemente invitante?! Lo stesso vale anche per gli odori. E rispetto alla bocca? Che gusto hanno gli alimenti? A volte anche questa percezione può essere influenzata da abitudini o fattori culturali (ad esempio alcuni popoli prediligono cibi piccanti o in generali sapori molto diversi da quelli italiani). 

La fame dello stomaco si riferisce ai segnali che si sentono venire da quella parte del corpo; a volte, però, non sono chiari. Ad esempio quando si avvertono dei crampi o una sensazione di vuoto allo stomaco, sei sicuro sia davvero la necessità di mangiare?! La fame cellulare è proprio quella fisiologica, che permette di soddisfare il bisogno di nutrirsi per la sopravvivenza. La fame del cuore si riferisce a ciò che spinge a mangiare in relazione alle emozioni che si provano in quel momento o a mangiare un particolare alimento perché legato ad un ricordo, ha un valore affettivo (“mangio la pasta asciutta perché me la preparava la nonna”).



È importante dare ad ogni fame il giusto nutrimento e non sempre è il cibo.


E tu che relazione hai col cibo? Se non hai fame, mangi? Smetti di mangiare quando ti senti pieno? Quanto spesso pensi al cibo durante la giornata e al tuo peso?
Le risposte a queste domande possono essere degli elementi per capire se hai una relazione sana col cibo.
Ora forse ti starai chiedendo…Ma come faccio ad essere consapevole di questo e di che fame ho?

La mindfulness è mettere consapevolmente l’attenzione su ciò che avviene fuori e dentro di noi, è un’abilità che tutti abbiamo. Si basa sul presupposto che quando si ignora ciò che si tocca, si vede o si mangia, è come se non esistesse. 
Anche per l’alimentazione si utilizza la mindfulness eating, un’esperienza che coinvolge corpo cuore e mente nell’approccio al cibo e rende consapevoli della relazione che si ha con esso.

Prova questa esperienza, ascolta il mio audio e osserva cosa senti dentro di te.


La mindfulness è un’abilità che deve essere allenata, quindi non esitare a contattarmi se vuoi approfondirla!!


Dott.ssa Laura Camastra

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