“Non si può non
comunicare” e nell’era dei social non è mai stato così evidente.
La parola “comunicare” significa
letteralmente “rendere comune”, “partecipare”.
Le teorie emozionalistiche evidenziano gli
aspetti emotivi e di relazione alla base della comunicazione: ogni
comunicazione trasmette emozioni.
Per questo gli strumenti principali di
lavoro per un coach sono: una comunicazione efficace, e la capacità di saper
ascoltare, ossia comprendere l’altro anche nei suoi significati emozionali. In
un contesto sportivo, in particolare per quanto riguarda la comunicazione tra
allenatori e atleti, è fondamentale che il tecnico sia consapevole delle sue capacità
di ascolto. Alcuni allenatori tendono a diventare impaziente quando ascoltano i
loro atleti, altri si lasciano influenzare troppo dalle loro reazioni senza
spesso coglierne la semplice esigenza di sfogo della tensione.
Per
questo uno degli obiettivi di un allenatore è quello della registrazione
emozionale degli atleti e dello staff. Per farlo, deve: permettere agli atleti di
esprimersi liberamente, porre dei limiti alla fase di ascolto (per evitare che
non diventi un comodo alibi per non cambiare), restituire i contenuti
emozionali (es. sei arrabbiato, stanco, deluso…), ridefinire le percezioni disfunzionali
(es. Calciatore: “Non mi han passato la palla perché pensano che non sia bravo”
allenatore: “Non ti han passato la palla perché non ti hanno visto, hanno
sbagliato…”).
Per
la comunicazione efficace le linee guida si possono riassumere in questo modo:
1. ESSERE DIRETTI E CHIARI: esprimere il contenuto del
messaggio in maniera affermativa, con frasi brevi e al presente (ad es. meglio
dire “l’esercizio va fatto così…” invece di dire “l’esercizio non va fatto...”;
2. ESSERE COMPLETI E SPECIFICI: fornire osservazioni,
istruzioni, evitando di generalizzare (ad es. con frasi “fai sempre lo stesso
errore”, ecc.);
3. ESSERE FOCALIZZATI: dare poche informazioni
essenziali, dando feedback immediati (ad es. appena si finisce un esercizio);
4. ESSERE
INCORAGGIANTI: i messaggi devono avere sempre l’obiettivo di sostenere e
incrementare l’impegno dei giocatori (es. dando feedback positivi come “ben
fatto!” oppure “ti sei impegnato molto, ecc.”);
5. ESSERE
COERENTI DAL PUNTO DI VISTA VERBALE E NON VERBALE: il linguaggio del corpo deve
andare di pari passo con quello verbale (es. se voglio incoraggiare gli atleti,
dovrò utilizzare un timbro alto della voce per trasmettere energia);
7. ESPRIMERSI
IN MODO APPROPRIATO AI LIVELLI DI CONOSCENZA E DI ESPERIENZA
DELL’ATLETA/SQUADRA: adeguare il linguaggio al contesto (non esprimersi come
uno scienziato, ma in modo semplice e adeguato).
8. VERIFICARE
CHE IL MESSAGGIO SIA STATO COMPRESO (ad
es. chiedendo conferma agli atleti stessi rispetto alla comprensione del
messaggio).
Dr.ssa
Laura Camastra
RIFERIMENTI
BIBLIOGRAFICI:
Claudio Mantovani (a cura
di). Insegnare per allenare. Metodologia
dell'insegnamento, (2017). Edizioni Scuola
dello Sport.
Roman Jakobson, (1961). Linguistica e teoria
della comunicazione.