martedì 27 febbraio 2018

QUANDO LO SPORT DIVENTA STRESS: IL BURNOUT





Lo stress inteso in senso negativo o «distress» si verifica se in un soggetto la sollecitazione supera la capacità di risposta o risulta troppo povera provocando noia, monotonia. Tra i fattori stressanti che viviamo quotidianamente, l’ambito lavorativo riveste una particolare importanza poiché, spesso, rappresenta la maggior parte del tempo impiegato in una giornata.
La forma di risposta a condizioni stressanti è il burnout, una sindrome studiata soprattutto dagli anni Settanta in poi, riscontrata maggiormente tra gli operatori sanitari.
Il termine «burn-out» è stato utilizzato per la prima volta negli anni Trenta per indicare in gergo un atleta che dopo molto tempo in cui ha ottenuto successi, si «brucia» e si consuma, esaurendo le proprie risorse.
Questa sindrome è stata infatti riscontrata anche in ambito sportivo, negli atleti, soprattutto ad alti livelli agonistici.
Raedeke e colleghi (2002), hanno esaminato gli aspetti centrali nell’esperienza dell’atleta. L’esaurimento emotivo è associato all’intenso allenamento e alla competizione. L’esperienza di riduzione del senso di realizzazione è considerato per l’atleta in termini di abilità e talento nel momento in cui egli non riesce a raggiungere i propri obiettivi, non soddisfacendo le proprie aspettative.
La svalutazione sportiva associata a caratteristiche perdita di interesse, risentimento verso lo sport, la prestazione e atteggiamento “non curante” è un’altra dimensione presente.
E’ dunque chiaro come la risposta a fattori stressanti sia correlata alla motivazione percepita rispetto all’attività che si svolge, al carico fisico e psicologico che gli atleti si trovano a dover gestire, oltre ad aspetti di personalità dell’atleta.
Visto il sempre maggior numero di giovani coinvolti in attività sportive ad alti livelli, si riscontano sempre più situazioni in cui lo sport, da pratica salutare quale dovrebbe essere, influenza negativamente lo sviluppo del ragazzo, il quale si trova a dover affrontare un carico emotivo e fisico non adeguato alla sua età.
E’ importante, quindi, che le figure professionali coinvolte, abbiano una formazione adeguata oltre che un’attenzione a questi aspetti fondamentali, in un’ottica di prevenzione rispetto ai fattori stressanti che gli atleti potrebbero non saper gestire.


Dott.ssa Laura Camastra






RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

Paul R. Appleton , Howard K. Hall , Andrew P. Hill, (2009). Relations between multidimensional perfectionism and burnout in junior-elite male athletes. Psychology of Sport and Exercise 10 457–465.

Bellani, M.L & Orrù, W. (2002). La sindrome del burnout. In: Bellani, M.L, Morasso.

S.L. Cresswell, R.C. Eklund, (2004). The athlete burnout syndrome: possible early signs. Journal of Science and Medicine in Sport;7:4:481-487.

Lo Iacono, (2008).  Benessere psicologico e mondo del lavoro. Torino: Centro Scientifico Editore.


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