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Il ruolo dei
genitori nella crescita sportiva tende a modificarsi nel tempo, da gestione
totale nei primi anni di attività sportiva (nella fascia infantile), passa ad
essere maggiormente correlato al sostegno emotivo (andando nella fase
adolescenziale).
In realtà oggi
si assiste ad una nuova tendenza, l’attuale generazione sembra essere
fortemente coinvolta nell’attività dei propri figli tanto che alcuni autori (Bounous,
Prunelli e Rossi, 2011), affermano: «questa è la prima generazione di genitori
che si occupa attivamente dello sport dei figli: si tratta, quindi, di un
fenomeno nuovo, sia per i genitori che per le Società sportive».
In uno studio
sul calcio giovanile si è indagato chi risultata essere la figura più influente
nell’attività sportiva ed è venuto fuori che l’80% dei calciatori di alto
livello considerava i propri genitori come le persone più influenti, per il 40
% nei calciatori di minor livello, percentuale comunque alta. (Wards, Hodges,
Starkes, Williams, 2007).
Questo deve far
riflettere su quanto sia importante per i figli essere sostenuti e supportati
dai propri genitori, tanto da essere un fattore che può influenzare la
motivazione a continuare un determinato sport.
Emerge da alcuni
studi (Coté e all. 1999), infatti, che il sostegno dei genitori sia correlato al
divertimento e all’entusiasmo dei figli, oltre che alla loro percezione di
competenza. Possiamo quindi dire che il ruolo del genitore è fondamentale anche
nello sport, per poter far sperimentare ai figli il senso di autoefficacia. L’“autoefficacia”
è quella convinzione dell’individuo di possedere le capacità di eseguire un
certo comportamento finalizzato a produrre un dato esito, obiettivo, concetto
strettamente correlato al sentirsi adeguati, capaci di essere efficaci, quindi
all’autostima.
Anche l’atteggiamento
del genitore rispetto alle vittorie o alle sconfitte, trasmette messaggi forti
legati oltre che all’esperienza sportiva, al figlio stesso come persona.
Allora i genitori
possono essere considerati un ostacolo o una risorsa fondamentale?
I genitori sono
potenzialmente una risorsa, ma per evitare che diventino un ostacolo, devono
essere consapevoli essi stessi dei propri comportamenti e dell’influenza
che hanno sui propri figli.
Un genitore consapevole è presente, anche
nella vita sportiva del proprio figlio, cercando di trovare una giusta misura e
distanza. Dà supporto ed è comprensivo nei momenti di difficoltà, dando aiuto
dopo che il proprio figlio ci ha provato da solo, lo ascolta e cerca di capire
i suoi reali bisogni e desideri, senza sostituirsi a lui. Va incontro alle
aspettative del figlio, loda i suoi miglioramenti, il suo impegno, mettendo
enfasi su questo e non sulla vittoria o necessariamente sul risultato.
Trasmette attraverso l’esempio, l’ascolto, che bisogna competere ma anche in
base alle proprie capacità, senza dover essere un campione a tutti i costi. In
questo senso trasmette quella sicurezza che permette al bambino, al ragazzo, di
sentirsi apprezzato e sostenuto per ciò che è. La consapevolezza è un aspetto
che sembra scontato e facile, ma in realtà non è sempre così semplice fermarsi
e mettersi in gioco, eppure è fondamentale per una sana crescita psicofisica dei
figli.
Dott.ssa Laura Camastra
RIFERIMENTI
BIBLIOGRAFICI:
Bortoli
L., Bertollo M., e Robazza C., (2005). Sostenere la motivazione nello sport
giovanile: Il modello TARGET. Giornale Italiano di Psicologia dello Sport, 3,
69-72.
M. Fulcheri, (2005). Le attuali
frontiere della psicologia clinica. Torino: Centro Scientifico Editore.
Claudio
Mantovani (a cura di). Insegnare per allenare. Metodologia dell'insegnamento,
(2017). Edizioni Scuola dello Sport.