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Per un atleta riveste
una notevole importanza l’aspetto fisico, essendo lo “strumento” per poter
esprimere il proprio sé; ne deriva un’influenza sulla sua immagine corporea.
Ma cos’è l’immagine
corporea?E’ una costruzione complessa che comprende la percezione del
proprio corpo, come ci si sente con esso, come si pensa che l’altro ci
percepisca. L’ideale corporeo, quindi come vorremmo essere fisicamente, in
ambito sportivo, è strettamente correlato al tipo di sport di praticato; ad
esempio un body builder certamente avrà un ideale corporeo completamente
differente da una ballerina di danza classica.
La
vita dello sportivo, spesso è improntata
sul corpo, poiché la forma fisica (ad esempio tonicità, magrezza) rende
possibile il conseguimento di determinati obiettivi e lo sviluppo di abilità tecniche. Ne consegue
una maggiore attenzione al peso, all’alimentazione.
Oltre al raggiungimento del risultato sportivo
o di un certo tipo di prestazione, è importante anche come appare, il suo aspetto esteriore, cioè, avere
un peso e una forma ottimali. Infatti oltre a motivazioni tecniche,
strettamente connesse ad un determinato tipo esercizio, anche per gli sportivi
esistono, infatti, determinati modelli ed immagini ideali a cui riferirsi, questo
può determinare comportamenti e abitudini alimentari disfunzionali.
In
realtà è difficile mantenere una percezione costante della propria immagine
corporea essendo essa associata alle emozioni che si provano in un determinato
periodo o momento.
Alla
base delle scelte alimentari ci sono, dunque, diversi i fattori: da quelli biologici,
a quelli sociali e psicologici.
La
propensione verso gli alimenti dolci, ad esempio, risulta essere una questione
innata, come l’avversione verso i cibi amari (Steiner 1977). Le preferenze
verso alcuni alimenti in particolare, viene fuori in un secondo momento, grazie
all’esperienza.
Per quanto riguarda
gli aspetti psicologici che influenzano l’alimentazione, l'effetto dello stress
sul consumo alimentare dipende dall'individuo, dalla causa e dalle circostanze.
In generale, quando le persone si sentono stressate, rispetto al solito alcune
mangiano di più e altre di meno (Oliver & Wardle 1999).
Ippocrate è stato il
primo a parlare di correlazione tra emozioni e cibo: gli alimenti che producono
serotonina (“l’ormone del buon umore”), hanno un effetto positivo sull’umore e
possono essere ad esempio carboidrati, mentre la carne rossa rallenta la sua
produzione, anzi favorisce l’accumulo di acido
urico nel sangue, sostanza che può stimola aggressività, ansia e nervosismo.
Altri alimenti che favoriscono la vitalità sono i cereali, spezie ed erbe
aromatiche. I legumi sono ricchi,
come i latticini, di triptofano, un amminoacido che è alla base della
produzione di serotonina, pesci grassi
(sgombri, sarde e salmone), sono
ricchi di acidi grassi omega 3 e omega 6
che hanno un effetto antidepressivo e mantengono efficiente sistema nervoso e memoria.
E’ importante quindi conoscere il proprio corpo, imparare a sentire
quelle che sono le necessità “energetiche”, integrandole con quelle più
psicologiche, mentali.
Dott.ssa Laura Camastra