martedì 20 ottobre 2020

LO PSICOLOGO: FALSI MITI E PREGIUDIZI


Nella società attuale esistono ancora molti pregiudizi e falsi miti sulla figura dello psicologo. Spesso infatti si evita di chiedere aiuto ad un professionista perché si ha paura di essere considerati matti, di avere problemi gravi o di essere deboli.

Ma chi è lo psicologo? E cosa fa?

È un professionista che si occupa della salute e del benessere individuale e di gruppo in ambito clinico, aziendale, delle organizzazioni e delle comunità.

Ma quali sono i falsi miti, le idee sbagliate su questa professione 

1. DALLO PSICOLOGO VANNO I MATTI

Premesso che quello che viene erroneamente definito matto in gergo popolare, probabilmente nell’immaginario collettivo è una persona considerata “fuori di testa”, che detta in maniera semplicistica, probabilmente difficilmente si rende conto di esserlo e difficilmente chiede aiuto ad un professionista.

Dallo psicologo va chi vuole migliorare il proprio benessere mentale, quindi anche generale.

2.  MI BASTA PARLARE CON UN AMICO, UNA PERSONA CARA

Sicuramente parlare con una persona a te vicina può farti bene, ma un professionista ha delle competenze diverse, non lavora solo sull’ascolto, non dà consigli, ma supporta la persona nel riconoscere le sue risorse personali, attraverso quindi un processo attivo.

3. SARO’ IN TERAPIA PER ANNI

Premesso che gli interventi più lunghi sono in genere di competenza dello psicoterapeuta, un percorso di consulenza psicologica ad esempio potrebbe richiedere anche pochi incontri.

Il primo colloquio è quello di orientamento, attraverso il quale, si accoglie la richiesta della persona e, in genere, nei primi incontri si definisce insieme il percorso più idoneo. Spesso la durata non può essere definita a priori, sono diverse le variabili, ma al centro c’è sempre la persona con i suoi bisogni e necessità.

4. È SOLO UN MOMENTO PASSEGGERO, TUTTO TORNA A POSTO DA SOLO

Sicuramente un cambiamento, un momento di stress o difficoltà, una situazione nuova richiede un periodo di normale riadattamento, ma non sempre si hanno le risorse per rispondere ad alcune situazioni da soli. Chiedere aiuto in questo caso, potrebbe agevolare e facilitare questo adattamento e creare una maggiore consapevolezza delle proprie stesse risorse.

5. CHIEDE AIUTO CHI È DEBOLE

Tutti hanno punti di forza e punti di debolezza, rivolgersi allo psicologo aiuta ad avere maggiore consapevolezza di entrambi e di rafforzare i punti di forza.

Chiedere aiuto è segno di coraggio e di rispetto verso sé stessi, è un passo che si fa incontro a sé stesso e al proprio benessere e serenità.

6. LA SPESA NON VALE IL RISULTATO

Spesso, quotidianamente, si hanno molte spese futili, mentre in questo caso è un vero investimento verso il proprio benessere e in un processo di consapevolezza che dà l’opportunità di vedere se stessi e le situazioni in un’ottica diversa.

7. MI BASTA UNA PILLOLA E PASSA TUTTO

In alcuni casi il farmaco può essere necessario e d’aiuto al percorso psicologico, ma lo psicologo, in quanto non medico, non prescrive farmaci, può in caso rimandare ad un medico competente (psichiatra, neurologo).

Assumere psicofarmaci non è sempre la soluzione più adeguata, né possono essere considerati un sostituto del lavoro che invece si fa su se stessi attraverso un percorso psicologico.

 

Dallo psicologo non va chi ha i problemi, ma chi vuole risolverli.

 

Dott.ssa Laura Camastra

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