Nella società attuale esistono ancora molti pregiudizi e falsi miti sulla figura dello psicologo. Spesso infatti si evita di chiedere aiuto ad un professionista perché si ha paura di essere considerati matti, di avere problemi gravi o di essere deboli.
Ma
chi è lo psicologo? E cosa fa?
È
un professionista che si occupa della salute e
del benessere individuale e di gruppo in ambito
clinico, aziendale, delle organizzazioni e delle comunità.
Ma quali sono i falsi miti, le idee sbagliate su questa professione
1. DALLO PSICOLOGO VANNO I MATTI
Premesso che quello che viene
erroneamente definito matto in gergo popolare, probabilmente nell’immaginario
collettivo è una persona considerata “fuori di testa”, che detta in maniera semplicistica, probabilmente
difficilmente si rende conto di esserlo e difficilmente chiede aiuto ad un
professionista.
Dallo psicologo va chi vuole migliorare il proprio benessere mentale, quindi anche generale.
2. MI BASTA PARLARE CON UN AMICO, UNA PERSONA CARA
Sicuramente parlare con una persona a te vicina può farti bene, ma un professionista ha delle competenze diverse, non lavora solo sull’ascolto, non dà consigli, ma supporta la persona nel riconoscere le sue risorse personali, attraverso quindi un processo attivo.
3. SARO’ IN TERAPIA PER ANNI
Premesso che gli interventi più
lunghi sono in genere di competenza dello psicoterapeuta, un percorso di
consulenza psicologica ad esempio potrebbe richiedere anche pochi incontri.
Il primo colloquio è quello di orientamento, attraverso il quale, si accoglie la richiesta della persona e, in genere, nei primi incontri si definisce insieme il percorso più idoneo. Spesso la durata non può essere definita a priori, sono diverse le variabili, ma al centro c’è sempre la persona con i suoi bisogni e necessità.
4. È SOLO UN MOMENTO PASSEGGERO, TUTTO TORNA A POSTO DA SOLO
Sicuramente un cambiamento, un momento di stress o difficoltà, una situazione nuova richiede un periodo di normale riadattamento, ma non sempre si hanno le risorse per rispondere ad alcune situazioni da soli. Chiedere aiuto in questo caso, potrebbe agevolare e facilitare questo adattamento e creare una maggiore consapevolezza delle proprie stesse risorse.
5. CHIEDE AIUTO CHI È DEBOLE
Tutti hanno punti di forza e
punti di debolezza, rivolgersi allo psicologo aiuta ad avere maggiore
consapevolezza di entrambi e di rafforzare i punti di forza.
Chiedere aiuto è segno di coraggio e di rispetto verso sé stessi, è un passo che si fa incontro a sé stesso e al proprio benessere e serenità.
6. LA SPESA NON VALE IL RISULTATO
Spesso, quotidianamente, si hanno molte spese futili, mentre in questo caso è un vero investimento verso il proprio benessere e in un processo di consapevolezza che dà l’opportunità di vedere se stessi e le situazioni in un’ottica diversa.
7. MI BASTA UNA PILLOLA E PASSA TUTTO
In alcuni casi il farmaco può
essere necessario e d’aiuto al percorso psicologico, ma lo psicologo, in quanto
non medico, non prescrive farmaci, può in caso rimandare ad un medico
competente (psichiatra, neurologo).
Assumere psicofarmaci non è
sempre la soluzione più adeguata, né possono essere considerati un sostituto
del lavoro che invece si fa su se stessi attraverso un percorso psicologico.
Dallo psicologo non va chi
ha i problemi, ma chi vuole risolverli.
Dott.ssa Laura Camastra
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