sabato 25 marzo 2017

LA BIOENERGETICA E LO SPORT: UN APPROCCIO AL CORPO PER CHI “LAVORA” CON ESSO


Con la Teoria Bioenergetica di Lowen (1958), si cerca di capire la personalità umana anche attraverso lo studio del corpo. Essa è, infatti,  lo studio della personalità dal punto di vista dei processi energetici del corpo. La quantità di energia che un individuo impiega e il modo in cui lo fa, determina la sua personalità e si riflette in essa.
La bioenergetica si basa sul fatto che ogni persona  è il proprio corpo; da un punto di vista energetico tutto il corpo può essere inteso come un’unica cellula, la cui membrana è la pelle. I processi energetici, cioè la produzione di energia attraverso la respirazione e il metabolismo e la scarica di energia del movimento, sono le funzioni basilari della vita.
Le situazioni della vita si affrontano in base all’energia che si ha a disposizione e dalla possibilità di tradurla liberamente nel movimento e nell’espressione.
Partendo dagli insegnamenti del suo maestro Reich, lavorando su se stesso, Lowen formula le posizioni e gli esercizi di base che oggi si usano in bioenergetica. Sviluppa l’esercizio del grounding sentendo la necessità di un lavoro più radicale sulle gambe: il radicamento, infatti, permette di sperimentare un contatto più profondo col suolo, concetto che riporta più profondamente ad essere più vicini alle proprie radici. Le radici sono, quindi, sia quelle corporee individuali nelle gambe e nei piedi, sia quelle psichiche che rimandano al proprio equilibrio interiore; affondare le radici a terra nel qui ed ora.
Queste tecniche possono essere applicate in ambito sportivo, dovendo gli atleti “usare” il proprio corpo per sviluppare delle abilità e raggiungere degli obiettivi.
Salvi, Orsini e Carzedda (1985) hanno applicato l’analisi bioenergetica nello studio di emozioni come la paura nella pratica sportiva: la paura del fallimento, del giudizio, di sbagliare, in relazione alle esperienze psicosomatiche conseguenti.
Polani (1987) ha studiato la relazione tra l’immagine corporea e l’ansia nei tuffatori, riscontrando miglioramenti significativi utilizzando tecniche bioenergetiche.
Lo schema corporeo si riferisce all’immagine che abbiamo di noi stessi, del nostro corpo, nello spazio e nel tempo.
Nel processo di consapevolezza di noi stessi, bisognerebbe partire proprio dai piedi, la parte del corpo a cui non prestiamo sempre molta attenzione. In realtà è proprio da lì che parte il nostro equilibrio. Esso è un fenomeno dinamico che richiede la capacità di mantenere la posizione voluta e di ritrovarla anche quando è stata modificata, abilità fondamentale in tutte le attività motorie.
Partendo dal grounding, dal radicamento, si impara a sentire l’equilibrio, quanto le radici siano profonde, imparando a “starci”.
La bioenergetica può essere, quindi, un modo per approcciarsi, per conoscere il proprio corpo e lavorare su esso e imparare a utilizzare al massimo le energie che esso può trasmettere, sfruttandole al meglio per le abilità sportive, quindi per la prestazione.












RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
Alexander Lowen, (1975), Bioenergetics, Coward, McCann & Geoghegan, New York. Traduzione in italiano di Lucia Cornalba e supervisione di Luigi De Marchi Feltrinelli, Milano 1983-2004.

Luca Napoli, Beatrice Gori, (2012). Dare corpo all’anima. Un percorso di consapevolezza, benessere e crescita psico-corporea in Psicoterapia Umanistica e Bioenergetica. Dal Training Autogeno alle Fantasie Guidate.

Il linguaggio del corpo, Feltrinelli, Milano 1978-1997,  traduzione di Paolo di Sarcina e Maura Pizzorno da Physical dynamics of character structure (The language of the body), MacMillan, New York 1958.

Davide Viola, (2014). Piedi come radici, mente come cielo. Manuale moderno di analisi bioenergetica.


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